Non ero mai riuscito a far sentire la mia voce. Le parole mi si bloccavano in gola e tutto ciò che tenevo dentro sembrava destinato a restare lì. Così ho cominciato a scrivere.
Scrivevo ovunque —sui quaderni, sulle pareti della mia stanza, persino sulla mia pelle. Era l'unico modo che conoscevo per evitare di cadere a pezzi.
La mia scrittura conteneva tutto: i demoni che portavo dentro —paure, ansia, rabbia— e i cieli che desideravo: sogni, redenzione, luce.
Un giorno, mentre leggevo un pezzo dei miei vecchi scritti, mi venne un'idea.
“Se non posso parlare, allora lascerò che siano i miei vestiti a parlare per me.”
E così è nato il mio marchio. Ho preso quelle parole, quei pensieri e li ho cuciti su magliette, felpe e giacche. Ogni indumento è diventato un pezzo di me: luce e oscurità, distruzione e rinascita.
Senza dire una parola, finalmente ho cominciato a essere ascoltato.
LORENZO VITANGELI
